Curiosità

Il Bando 2001

“Il Bando” organo ufficiale del quartiere di Porta S. Andrea.

Chi fosse interessato alla rivista biancoverde può mettersi in contatto con la sede storica della Contrada:
Via delle Gagliarde, 2 – 52100 Arezzo per conoscere la procedura d’abbonamento.

La foto di copertina è di Piero Vannuccini.

CAPPOTTO: sempre a beneficio di visitatori “stranieri” diamo la definizione giostresca di “cappotto”, cioè la circostanza in cui un Quartiere consegua la vittoria di tutte le giostre che vengono disputate nell’annata (in genere 2, tranne che nel 1984 e 2000 in cui alle due classiche si aggiunse una terza giostra straordinaria). Sant’Andrea annovera nel suo albo d’oro Novecentesco due cappotti. Nel 1987 (quello più storico e… rocambolesco) e quello del 1994. Per ora questo è anche l’ultimo avvenuto in assoluto. Il Quartiere che ha il record di “cappotti” è Porta Crucifera con ben 4 doppiette: 1949, 1952, 1980 e 1986.

«Il nobile Quartiere rossoverde di Porta Crucifera vive la Giostra con passione e partecipazione uniche; il popolare “Colcitrone”, antico territorio nella parte più alta di Arezzo, dove è dislocato il Quartiere di Porta Crucifera. Il celebre Quartiere rossoverde è inoltre da tanti anni in testa alla classifica (in solitudine dal 1988 per la precisione) nell’albo d’oro generale della Giostra ed attualmente detiene il primato con 30 successi.
La rivalità più accesa della Giostra è fra Porta Crucifera e Porta S. Spirito; una rivalità atavica, che prosegue ininterrottamente da molti secoli. (…)».

Aurelio Marcantoni – La Nazione, Arezzo

Infine desideriamo ricordare che i nostri rivali giallocremisi di Porta del Foro annoverano due Cappotti, conseguiti nel 1982 e 1985, come detto nel paragrafo dedicato al giostratore Mario Capacci. Mentre il Quartiere della Colombina gialloblù di Porta S. Spirito annovera nel suo albo d’oro un unico Cappotto, conseguito nel lontanissimo 1934.

GLI EMBLEMI DEI 4 Quartieri aretini, sono stati creati ed assegnati nel 1931, poiché gli emblemi originali del 1200 sono andati perduti nei secoli successivi non arrivando purtroppo sino a noi (Dr. Luca Berti, consulente storico dell’Istituzione “Giostra del Saracino” che è proprietaria e promotrice della Giostra nel mondo).

CURIOSITA’ STORICHE LEGATE ALLA VITTORIA DEL 1992: La Lancia d’oro del 1992, è dedicata a Piero della Francesca, che scomparve in Sansepolcro nel giorno della scoperta dell’America: 12 ottobre 1492, mentre Cristoforo Colombo sbarcava a San Salvador con le sue tre caravelle. La Giostra del 1992 è stata inoltre corsa il 6 di settembre, altra data storica colombiana; fu infatti il 6 settembre 1492 che Colombo salpò dalle Canarie per raggiungere San Salvador alle Bahamas. Fu il vero inizio del viaggio nell’ignoto verso l’America dopo la partenza da Palos: 3 agosto 1492.

Ecco perché, teoricamente, la vittoria del 1992 potrebbe essere dedicata anche a Cristoforo Colombo nei 500 anni dallo sbarco nel nuovo mondo.

CURIOSITA’ GASTRONOMICHE

Un piatto tipico biancoverde

(m.d.) – Uno dei piatti “forti” della cucina toscana, in generale, e aretina in particolare è certamente la “ribollita”. Esistono molte varianti della ricetta.

Quella che forniamo non ha la pretesa di essere l’originale, ma è una sorta di compromesso culinario-giornalistico suggeritoci dal “duo” Giorgio Pulzelli – Raul Acquisti, il primo avvocato, giornalista e corrispondente del quotidiano “La Nazione” per la cronaca di Arezzo, il secondo titolare dei celebre santuario cultural-gastronomico “da Cecco”, situato nel cuore della città. Eccola: tagliare a pezzetti zucchini, sedano, carote e patate; far bollire questi ingredienti come una minestra, poi colarli e, a parte, far bollire delle bietole che, colate anch’esse, andranno ad aggiungersi alle verdure precedenti, assieme ai fagioli (canellini bianchi).

In una teglia alta, assieme ad olio in buona dose, saranno riposti alcuni crostini di pane raffermo passati alla piastra, quindi uno strato di verdure cui verranno aggiunti fagiolini e cipolline fresche tagliate a pezzetti. L’operazione va ripetuta per più strati.

Al termine, tutto andrà cotto nuovamente sul fuoco, sino a “ribollire”. “Ottima e abbondante!” potrà esclamare il ghiottone di turno.

Per la sera (se avanza), la “ribollita” è altrettanto buona ripassata in padella.

Articolo di Marco Delpino,  pubblicato a pag. 38 della rivista “Esperienza”, organo ufficiale dell’Ass. Nazionale Lavoratori d’Azienda, N. 10 del 2001, edito a Roma

 N.B..: La “RIBOLLITA GIOSTRESCA” di Sant’Andrea si cucina proprio così.

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