III E IV CAPPOTTO DELLA STORIA CRUCIFERINA
LUCIO GATTESCHI: DAI PENNELLI ALLA SPADA
7 settembre 1980: Lucio Gatteschi (pittore e artista), al centro.
In questa occasione, riveste il ruolo di Sergente dei Fanti del Comune.
A cavallo (sulla sinistra), è riconoscibile Luciano Centini, con il proprio palafreniere.
Porta Crucifera conseguirà la vittoria. III cappotto della sua storia: XVIII e XIX lancia d’oro. Giostratori: Franco Ricci e Gabriele Tabanelli.
Il Quartiere rosso verde, trionferà sugli avversari in modo tradizionale con 8 punti globali. Rettore: Aldo Brunetti – Capitano Guido Raffaelli.
(Archivio privato L. Gatteschi)
- Corteo in piazza San Francesco. (Archivio storico Porta S. Andrea -1980 – Fabrizio Claudi)
- (Archivio storico di Porta Crucifera / 1980) I giostratori Gabriele Tabanelli e Franco Ricci Entrambi romagnoli, i due portacolori di Palazzo Alberti concluderanno in modo più che onorevole la loro carriera prestigiosa, rispettivamente a Porta Santo Spirito in periodi ravvicinati, ma senza conseguire alcuna vittoria per il quarto gialloblu. Sono in tutto 4 i successi conseguiti in carriera da Tabanelli: 1973 – 1976 e due nel 1980 (foto sopra) tutti annoverati a Porta Crucifera.
- La paggetta Elena Nasi
SETTEMBRE 1986 NEL SEGNO DI PORTA CRUCIFERA
Colcitrone conseguirà il IV cappotto della sua storia
- L’ingresso in Piazza Grande delle damigelle, accompagnate dai paggi. Porta Crucifera trionferà dopo un incredibile spareggio a quattro. Verificatosi nel contesto della prima giostra in agosto. (70ª edizione – 31 agosto). (Foto Arch. priv. B.F. – 1986)
- 1986 – Ingresso in Piazza Grande di Porta Crucifera
I BOSTOLI: “TRA STORIA E TRADIZIONE”
- Alessandro Vannozzi e Marco Cherici; giostratori cruciferini degli anni 2000
- Otello Porcellotti è “Messer Rinaldo dei Bostoli”, suo figlio Giancarlo è palafreniere. Foto Piero Vannuccini 1984
(arch. Priv. R. Parnetti) – anni 80.
BREVE NOTA ARALDICA (I BOSTOLI : tra storia, leggenda e tradizione) – Di origini longobarde e di fazione guelfa, i Bostoli hanno fatto parte, in passato, della più antica aristocrazia aretina. Favorirono, nel contesto della disputa di Campaldino, la formazione di un’ampia coalizione antighibellina. Con la collaborazione dei potenti Albergotti e dei Camaiani, i Bostoli dettero vita – sul finire del ‘300 – ad un governo arciguelfo, che favorì definitivamente, di lì a poco, il passaggio di Arezzo sotto la dominazione fiorentina. Tornando alle notizie genealogiche, possiamo asserire che il ramo dei Bostoli, appartenuto alla discendenza di Rinaldo, si sia estinto ovviamente molto più tardi – con ogni probabilità – nel corso del ‘500. Altre notizie citate di storia locale, in tema con Rinaldo – inoltre – lo computerebbero, in epoca duecentesca, tra le figure di alcuni autorevoli Signori aretini. Per quanto concerne la Giostra del Saracino dobbiamo rilevare che le insegne gigliate appartenenti alla Casata di messer Rinaldo, sono state inalberate – in origine – fra i nobili emblemi di Porta S. Andrea, unitamente a quelli dei Brandaglia, dei Turini e dei Roselli (o Rossetti). Dopo il “recente” ordinamento giostresco attuato dall’Istituzione (1992), la celebre Dinastia guelfa è stata annessa di fatto – ad esclusivo titolo di rappresentanza – sotto la pertinenza rossoverde del quarto di Porta Crucifera; assieme alle nobili Casate dei Bacci, dei Brandaglia e dei Pescioni. (ar./n.d.s.)
Anni Ottanta: “Lampi animosi in Colcitrone”
- Carriera di Eugenio Vannozzi (Porta Crucifera fine anni ’80)
- (Arch. Priv. P. Vannuccini)